Il Governo Meloni

Pubblicato il 24 ottobre 2025 alle ore 12:19

Il governo Meloni tra successi e ostacoli: La mia analisi di una fase storica

 

Il governo Meloni si conferma come uno dei più efficaci e determinati degli ultimi anni, distinguendosi per la capacità di affrontare con pragmatismo e coraggio un ampio ventaglio di sfide, dalla politica estera all’economia, fino alle complesse questioni sociali, spesso bersagli privilegiati di attacchi da parte di opposizioni e media. La sua strategia si fonda su una visione concreta e risoluta, capace di portare avanti un'agenda di riforme significative, nonostante le ripetute resistenze e ostacoli da certi apparati istituzionali e forze politiche di sinistra, che tendono a frenare il cambiamento mediante una narrazione distorta e polarizzata. I risultati ottenuti in questi primi anni, certificati anche da indicatori economici positivi come lo storico calo dello spread e dalla crescente fiducia internazionale, testimoniano la solidità e la determinazione di un esecutivo che sta ridisegnando il profilo nazionale italiano.

Politica estera

In campo internazionale, il governo Meloni ha consolidato rapporti privilegiati con interlocutori strategici in Europa e nel mondo, sviluppando una politica estera pragmatica e multilaterale, meno strumentale e più equilibrata rispetto al passato. Tuttavia, nutro critiche verso l’atteggiamento del governo che si allinea troppo rigidamente alle linee europee sulle sanzioni alla Russia, posizione che non condivido, ritenendo tali misure spesso inefficaci e dannose per l’economia italiana e la stabilità europea.

Sul conflitto in Ucraina, auspico un approccio più autonomo e bilanciato, che consideri le complesse dinamiche geopolitiche, inclusi l’espansionismo Nato e i mancati accordi di Minsk, favorendo una soluzione negoziata che eviti ulteriori escalation.

Diversamente, sulla questione di Gaza condivido pienamente la linea prudente e ponderata del governo. L’Italia ha svolto un ruolo importante e concreto, distinguendosi per un impegno diplomatico serio e per la posizione di non appoggiare posizioni estremistiche, privilegiando il dialogo e la mediazione multilaterale. Il governo è inoltre pronto a riconoscere lo Stato palestinese qualora Hamas si disarmasse ed escludesse dalla governance futura, sottolineando l’importanza della stabilità regionale e della sicurezza.

 

«L’Italia è tra le poche nazioni occidentali ad aver concretamente impegnato risorse e diplomazia per un processo di pace stabile, senza cedere a polemiche strumentali».

 

Questo approccio bilanciato rafforza la posizione dell’Italia nel contesto internazionale, confermando la sua credibilità e capacità di mediazione.

Come sottolinea la stessa Presidente del Consiglio:

«Stiamo lavorando per un’Italia più sovrana e rispettata in Europa, dove gli interessi nazionali vengono finalmente tutelati senza rinunciare al dialogo con i nostri partner».

Magistratura 

Il rapporto tra il governo Meloni e la magistratura rappresenta uno dei punti più delicati dell’attuale quadro istituzionale. Negli ultimi anni, questo rapporto si è trasformato in un vero e proprio conflitto, con la magistratura spesso percepita — e non solo in modo soggettivo — come un’avversaria ostile che rallenta provvedimenti chiave del governo, soprattutto sulle riforme della giustizia e sulla lotta all'immigrazione clandestina. Il governo accusa una parte della magistratura di difendere interessi di parte più che l’effettiva legalità, alimentando così uno scontro politico e mediatico acceso.

Tra le riforme più controverse vi è quella sulla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, voluta per garantire maggiore imparzialità e indipendenza delle due funzioni, snellire i processi decisionali e aumentare la fiducia dei cittadini nella giustizia. Tuttavia, queste iniziative sono state spesso contestate da opposizioni e associazioni di categoria, che le accusano di essere mosse da intenti di controllo eccessivo, incrementando la tensione.

Il caso Almasri, con le sue implicazioni politiche e giuridiche, è divenuto emblematico di questo confronto duro, in cui il governo si sente frequentemente ostacolato e sotto attacco. La premier Giorgia Meloni ha denunciato una "guerra totale" contro il governo da parte di una magistratura che, secondo lei, vuole frenare l’opera di contrasto all’immigrazione illegale e rallentare le riforme per modernizzare la giustizia.

Il governo ha inoltre messo in agenda riforme strutturali per garantire maggiore trasparenza e autonomia della magistratura, ma deve fronteggiare forti resistenze dall’interno dell’ordine giudiziario, spesso rappresentate dalle cosiddette “toghe rosse”. Questo scontro riflette una tensione profonda tra spinte riformatrici e conservatorie, inserendosi in un contesto di crisi istituzionale e frequenti scontri mediatici.

In sintesi, il conflitto tra il governo Meloni e la magistratura è uno degli aspetti più emblematici della politica italiana attuale, un muro contro muro con evidenti rischi per la stabilità delle istituzioni e la fiducia dei cittadini nel sistema democratico.

Immigrazione

Nonostante le difficoltà e l’opposizione politica e giudiziaria tenace, il governo Meloni sottolinea con orgoglio il successo delle misure adottate per il controllo dei flussi migratori, tra le più efficaci degli ultimi anni. Grazie a un approccio integrato che prevede difesa delle frontiere, rimpatrio di chi non ha diritto a rimanere, lotta ai trafficanti e cooperazione con i Paesi di origine e transito, sono state avviate importanti azioni diplomatiche e operative: rinnovo del Memorandum Italia-Libia, accordi con Tunisia, Egitto e Albania per hotspot e centri di rimpatrio.

Questi interventi hanno portato a una netta inversione di rotta, confermando un significativo contrasto all’immigrazione irregolare anche a livello europeo. Tuttavia, non mancano difficoltà, come il controverso caso dell’accordo con l’Albania, considerato da alcuni fallito, e il costante ostacolo posto da sentenze della magistratura e media di parte, che complicano il controllo degli sbarchi e la gestione sul territorio.

 

«Le misure adottate per il controllo dei flussi migratori sono tra le più efficaci degli ultimi anni, nonostante l’opposizione politica e giudiziaria ostinata».
— Lucia Ferrara, esperta di politiche migratorie

Economie e salute

Sul fronte della sanità, il governo Meloni ha avviato riforme importanti e stanziamenti senza precedenti per rafforzare il Servizio Sanitario Nazionale. Nei prossimi anni sono previsti incrementi delle risorse per oltre 7,6 miliardi di euro: 2,15 miliardi nel 2023, 2,3 miliardi nel 2024, 2,5 miliardi nel 2025 e ulteriori 2,4 miliardi nel 2026, per un aumento complessivo superiore a 6,3 miliardi rispetto all’anno precedente, il più alto mai assegnato nella storia del SSN.

L’obiettivo è snellire le strutture pubbliche, assumere oltre 6.000 infermieri e 1.000 medici, ridurre le liste d’attesa, potenziare la prevenzione e migliorare qualità e tempi di risposta, soprattutto nelle aree più disagiate. Nonostante sfide storiche come carenza di personale e burocrazia, il governo punta a un sistema sanitario più efficiente e moderno.

Nel campo economico, si conferma un trend positivo. Lo spread sui titoli di Stato italiani ha toccato minimi storici, indicatore della fiducia degli investitori nella gestione economica del governo. Le agenzie di rating hanno migliorato i giudizi sull’affidabilità dell’Italia, riconoscendo l’equilibrio tra crescita e rigore. La gestione delle finanze pubbliche, accompagnata da riforme strutturali mirate, mira a superare criticità e rilanciare la competitività del Paese.

 

«Lo spread ai minimi storici è un segno tangibile della fiducia ritrovata dagli investitori nella gestione economica del governo Meloni, che ha saputo mantenere un equilibrio tra crescita e rigore».
— Marco Rossi, economista

 

Questi dati confermano come il governo stia cercando di coniugare investimenti strategici per il futuro con una sana gestione fiscale, affrontando in modo concreto le sfide economiche e sociali dell’Italia.

Conclusione

Il percorso del governo Meloni si distingue per risultati concreti e tangibili, soprattutto in ambito economico e della sicurezza, ottenuti nonostante un contesto di crisi globale e identitaria che ha attraversato l’Europa negli ultimi anni. In una fase segnata da tensioni geopolitiche senza precedenti, dal conflitto in Ucraina alle instabilità nel Mediterraneo e Medio Oriente, l’esecutivo ha mantenuto fermezza e pragmatismo, rilanciando la posizione internazionale dell’Italia, tutelando la sovranità nazionale e contribuendo a ristabilire stabilità interna.

Questi risultati assumono maggior valore se contestualizzati nella difficile eredità dei precedenti governi, in particolare quello  Conte II, che aveva accumulato crisi politiche, gestioni caotiche e mancanza di visione strategica, aggravando situazioni economiche e sociali fragili. Il governo Meloni ha reagito con una strategia chiara e decisa, lavorando per rilanciare economia, sicurezza e istituzioni.

La discesa dello spread sui titoli di Stato ai minimi storici rappresenta un segnale inequivocabile della fiducia ritrovata dei mercati, frutto di una politica di bilancio efficace e riforme strutturali mirate al rilancio della crescita e al contenimento del debito. Nonostante critiche e opposizioni, il governo dimostra equilibrio tra rigore e investimenti, migliorando prospettive di sviluppo e occupazione.

Anche sul fronte della sicurezza, l’azione è stata incisiva, con politiche per contrastare immigrazione irregolare, criminalità organizzata e nuove forme di illegalità, restituendo ai cittadini una maggiore percezione di tutela e ordine.

Pur scontrandosi con opposizione rigida e narrazioni mediatiche distorte, la direzione intrapresa mostra solidità politica e amministrativa, verso un’Italia più forte, autonoma e rispettata sullo scenario internazionale, pronta a giocare un ruolo da protagonista nel futuro di Europa e Mediterraneo.

Aggiungi commento

Commenti

Non ci sono ancora commenti.

Crea il tuo sito web con Webador