La profonda Crisi del csx

Pubblicato il 21 ottobre 2025 alle ore 16:03

Ascoltare il Professor Sabino Cassese è come ritrovare una voce di ragione in un deserto di slogan.

 Le sue parole colpiscono perché dicono l’ovvio: la sinistra italiana è allo sbando!

 

Non è semplicemente in crisi, è alla deriva. Un’armata disordinata che si aggrappa a cavilli moralistici e battaglie simboliche pur di non ammettere la propria irrilevanza politica.  

 

L’opposizione, ridotta a un esercizio isterico e autolesionista, non produce idee, ma insulti. Vive di indignazione prêt-à-porter, di indignazioni a comando: un giorno contro il governo, il giorno dopo contro il buonsenso. È una sinistra che ha smarrito il popolo, ma non il vizio di parlare “a nome suo”.

 

 Peccato che quel popolo, nel frattempo, l’abbia abbandonata da un pezzo, stanco di sentirsi trattato come una massa di ignoranti da educare anziché cittadini da rappresentare.  

 

C’è poi un aspetto morale che grida vendetta. Troppo spesso questa sinistra si schiera non con le vittime, ma con chi le crea. Si commuove per il delinquente, non per il derubato; difende l’abusivo, non chi rispetta la legge; si erge a portavoce di un “umanesimo” di facciata che sa di ipocrisia e paternalismo. Quel “buonismo” da salotto televisivo è diventato la caricatura più grottesca del progressismo: un teatrino di pose politicamente corrette dove la realtà è nemica da disprezzare.  

 

E mentre il Paese affronta crisi vere, economiche, sociali, culturali, la sinistra si perde nei suoi riti autoreferenziali. Ogni intervento, ogni dibattito, ogni tweet sembra scritto da un ufficio stampa scollegato dal mondo reale. Si aggrappano a “cause” mediatiche come naufraghi disperati, senza capire che la nave è già affondata da tempo.  

 

La verità, nuda e crudele, è che il centrosinistra ha smesso di essere un progetto politico per diventare una parodia di sé stesso: un film di Fantozzi girato in loop, dove i protagonisti non si accorgono di essere diventati comici involontari.

 

 A punto la domanda è inevitabile: ma i loro elettori di sinistra, quelli ancora rimasti, sono davvero soddisfatti di assistere a questo spettacolo patetico, o semplicemente troppo rassegnati e vittime dell'apatia politica per cambiare canale?

Davvero si sentono rappresentati da questa opposizione? 

Davvero condividono questo squallore di slogan triti e ritriti a cui, ormai, nemmeno i polli credono? 

 

Davvero condividete ella che ha urlato quelle parole in un contesto internazionale, denigrando e dileggiando una nazione con slogan e parole senza senso? 

 

Credetemi, non vi capisco! 

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