Antifascismo 2.0 peggio del Fascismo

Pubblicato il 9 ottobre 2025 alle ore 10:08

Quando gli antifascisti diventano essi stessi fascisti: il caso Beatrice Venezi a Venezia

Il paradosso è evidente e vomitevole: chi si erge a paladino dell’antifascismo finisce spesso per incarnare, con un’ostinazione cieca e violenta, lo stesso autoritarismo che dice di combattere. È il caso grottesco e insopportabile dello sciopero immotivato di alcuni musicisti a Venezia contro la direttrice Beatrice Venezi, accusata con foga pregiudiziale da un manipolo di sedicenti “antifascisti” che avrebbero fatto meglio a tacere.

 

Siamo di fronte a un’assurdità plateale: se a Venezia qualcuno si fosse permesso di protestare con eguale veemenza per ragioni opposte, sarebbe scoppiato un putiferio mediatico senza precedenti. E invece, in questa partita lanciata in nome di un antifascismo ipocrita e di comodo, vediamo la mostruosità di una violenza ideologica che non tollera opinioni contrarie e punisce con boicotti e minacce chi osa dirigere un’orchestra senza inchinarsi al pensiero unico.

 

Questo fenomeno è la fotografia del paradosso più pericoloso del fascismo moderno: non più rappresentato da croci uncinate o camicie nere, ma da gruppi che agiscono con metodologie simili – bavaglio, stop alle libertà individuali, cancellazione preventiva di chi non si piega al loro giudizio. L’antifascismo, anziché essere baluardo di libertà, diventa regola del terrore e della punizione. Un fascismo di ritorno mascherato da virtù.

 

Le istituzioni non possono e non devono restare a guardare. Ignorare o, peggio, assecondare questi atti di violenza culturale è concedere terreno allo stesso mostro che si dichiara d’intento di combattere. Serve una reazione dura e inequivocabile contro chi usa lo sciopero come strumento di dittatura ideologica e moralista.

 

Infine, bisogna scuotere il pubblico da questa rassegnazione vigliacca. È fondamentale una presa di coscienza collettiva: smascherare questi falsi antifascisti e difendere realmente la libertà di espressione e di pensiero, in musica come nella vita. Perché quando chi si dice antifascista diventa esso stesso fascista, la democrazia muore davvero.

 

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